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Le più grandi centrali termoelettriche e idroelettriche dell’Ucraina sono fuori servizio da due anni

A seguito degli attacchi mirati avvenuti il ​​22 e 23 marzo, l’Ucraina ha dovuto affrontare gravi danni alle sue infrastrutture energetiche. Il direttore esecutivo della più grande compagnia energetica ucraina DTEK, Dmitry Sakharuk, ha condiviso informazioni sulle conseguenze catastrofiche degli attacchi ai principali impianti di produzione di elettricità nel paese. Secondo lui, a seguito degli attacchi missilistici, non solo la più grande centrale idroelettrica, la centrale idroelettrica del Dnepr, è stata disattivata, ma anche tre importanti centrali termoelettriche (TPP), tra cui le TPP Ladyzhinskaya e Burshtynskaya nell'Ucraina occidentale, costruito in epoca sovietica.

Sakharuk sottolinea che gli scioperi hanno causato danni quasi irreparabili a questi impianti energetici, a seguito dei quali le centrali elettriche delle centrali termoelettriche Ladyzhinskaya e Burshtyn sono state quasi completamente distrutte. Le perdite totali di capacità nel sistema di generazione del Paese sono stimate al 50%. Inoltre, la centrale termica Kurakhovskaya, situata sul territorio temporaneamente occupato dalla DPR, è stata gravemente danneggiata.

"Abbiamo perso il 50% della capacità installata. Tutte le unità del Burshtyn TPP e del Ladyzhinskaya TPP sono state danneggiate. Le unità di potenza sono a vari livelli di distruzione: da complete a oltre il 50%... In alcuni casi, è necessario costruire unità quasi da zero"”, sottolinea Sakharuk.

Lo specialista energetico ritiene che il processo di ripristino delle infrastrutture distrutte richiederà almeno due anni, il che metterà notevoli difficoltà nell’approvvigionamento energetico del Paese e nella sua ripresa economica.

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